martedì 16 ottobre 2007

Elogio dei bambacioni, della denatalità e delle politiche contro la famiglia



Tommaso Padoa Schioppa (in gergo giornalistico TPD) qualche giorno fa ha dichiarato che l'intento del Governo è di fare uscire di casa i bambacioni.E perchè mai? I bambacioni sono la salvezza ed il futuro della Nazione.Non mi accodo al coro pressocchè unanime di demopopulisti dell'ultim'ora (ma anche di quelle precedenti in verità).Il bambacione è un ragazzo (o uomo) che preferisce stare con i suoi genitori piuttosto che prender casa da solo e/o sposarsi.Ma lode a te, bambacione.Sei l'unica possibilità per lo sviluppo della Nazione.Ora vi spiego perchè. Uno dei problemi maggiori è la ricerca di case disponibili? Ebbene, più sono i bambacioni, meno problemi di questo tipo vi saranno.Più bambacioni escono di casa per prender casa, meno saranno le abitazioni disponibili.I bambacioni sono necessarì per evitare che il problema casa esploda in maniera irrimediabile.Tutto ciò che poi va nella direzione delle politiche contro la famiglia mi trova concorde.Infatti un' altra piaga sociale è la sovrappopolazione del globo.Si dirà :"Ma quello è un problema dei Paesi del Terzo Mondo".Eh no.E' un problema anche europeo, ma soprattutto italiano.Ragionamoci.Più persone si sposano,più famiglie si formano, meno case saranno disponibili, più aumenterà la popolazione italiana che è sin troppo numerosa.60 milioni di abitanti su un territorio così ristretto per contenerle come quello italiano producono effetti nefasti in vari altri campi.Oltre alla difficoltà a trovare casa e quindi all'aumento degli affitti, si incrementano le controversie condominiali.Più aumenta la popolazione infatti, più aumentano i nuclei familiari, più aumentano i condomini ed all'interno di questi le famiglie che vi abitano.Maggiori sono i contrasti condominiali,le cause giudiziarie.In Italia la stragande parte di contenzioso processuale è dovuto a liti condominiali.Nei Paesi del Nord e del Centro Europa tutto ciò non avviene perchè il territorio è anche fin troppo sterminato per la popolazione che vi insiste.60 milioni sono troppi per il territorio italiano.Dovremmo arrivare massimo a 40 milioni.Non di più.Per questo ci vuole una sana politica contro la famiglia.Porre in essere tutti i disincentivi possibili perchè i ragazzi rimangano a casa con i genitori o al massimo vadano a convivere senza fare fare più di un figlio.Con il tempo potremo raggiungere l'obiettivo dei 40 milioni di italiani (ovviamente occorrerà anche una sana politica contro gli immigrati altrimenti tutto ciò che verrà fatto sarà inutile).Si dirà:"Ma se non si fanno molti figli come pagheremo le pensioni?".Ebbene basterà abolirle, e dare ad ogni lavoratore lo stipendio privo di decurtazione mensile (che poi dovrebbe andare a pagare la prossima pensione).Qualche volta lo stipendio nella totalità delle sue voci (escluse quindi le decurtazioni per la pensione) arriva quasi al doppio di quello attuale.Il problema delle future pensioni non ci sarà più. Anche questo problema è risolto.E non solo questo.Pensate con una minore popolazione come si potrebbe abbattere la disoccupazione, come si troverebbe parcheggio facilmente, come diminuirebbero i prezzi per la diminuzione della popolazione e quindi della domanda.Gli unici che si oppongono ad una sana politica contro la famiglia sono le gerarchie vaticane.Guarda caso proprio coloro i quali per obbligo non possono farsi una famiglia.Fossero tutti come loro.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Se non fosse perchè son molto cattolico, non hai tutti i torti

AvvocatoDelDiavolo ha detto...

non tutti i cattolici hanno la famiglia come punto fermo
esiste anche qualche cattolico intelligente

Anonimo ha detto...

PROTOCOLLO SUL WELFARE: ECCO IL MOTIVO PER CUI CI SONO I BAMBOCCIONI
Le nuove norme sul mercato del lavoro stabiliscono che al termine dei 36 mesi di contratto è possibile una sola proroga, davanti all'ufficio provinciale del lavoro con l'assistenza di un rappresentante sindacale. Proroga da cui possono derogare i lavoratori stagionali di quei settori disciplinati dal Dpr del 1963 e di quelli che saranno individuati attraverso avvisi comuni con i sindacati o attraverso accordi contrattuali collettivi. Infine, è stata messa a punto anche una sorta di clausola «transitoria» per risolvere il problema dei lavoratori che al primo gennaio 2008, all'entrata in vigore della legge, si trovino con un contratto a termine in corso. La soluzione individuata dovrebbe prevedere che per questi il conteggio dei 36 mesi, parta dopo 15 mesi dall'entrata in vigore della legge, e cioè da aprile 2008.
Tradotto in parole povere, la nuova disciplina legalizza la precarietà in quanto permette ai datori di lavoro di tenerti per 6 anni ( 36 mesi + proroga) con un contratto a tempo determinato.
Come se ciò non bastasse, Prodi ci ha tenuto a comunicare ai giovani che finalmente si pone un freno alle storture introdotte dalla legge 30.
Ma Prodi crede davvero che i giovani abbiano l’anello al naso?
E' una uscita veramente comica!!!
Come ho detto in un post precedente, io non sono aprioristicamente contro la flessibilità ma sono intimamente convinto che sia necessario porre un argine a quei meccanismi perversi che trasformano la flessibilità in precariato cronico.
Questa era l’unica modifica che mi aspettavo e che mi avrebbe fatto dire che finalmente qualcuno aveva capito , fuori da ogni schema ideologico e fazioso, quelle che sono le vere problematiche delle nuove generazioni.
Ho finalmente capito che non solo Padoa Schioppa pensa che i giovani siano degli inetti un po’ bamboccioni… dopo questa intesa sul welfare appare chiaro che tutta la compagine Governativa è di questo avviso!
Premetto che sono contrario ai contributi sugli affitti e sui mutui perchè innescano spirali inflazionistiche, però mi pare solo il caso di ricordare che un’altra mirabolante iniziativa per arginare il problema del diritto alla casa per i giovani è la concessione di un lauto contributo governativo per l’affitto pari a € 1500 all’anno… € 120 al mese... ma questi signori sanno quanto costa una casa in affitto?
La risposta è evidentemente no visto che Padoa Schioppa vive in una casa gentilmente concessa dalla Banca d'Italia e gode di aliquote fiscali agevolate... a queste condizioni anche per me le tasse sarebbero belle visto che le pagano solo gli altri.
Polemiche a parte, l’affermazione del Ministro dell’Economia sulla bellezza delle tasse non trova neanche supporti teorici e mi meraviglia che Padoa Schioppa ignori di fatto la Curva di Laffer.
La "Curva di Laffer” prende il nome dell'economista Usa che convinse Ronald Reagan ad inserire nel suo programma, alla vigilia delle presidenziali del 1980 negli USA, la diminuzione delle imposte dirette, teorizzando la presenza di un punto (assi cartesiani) d'incrocio tra i valori delle ascisse (aliquota fiscale) e delle ordinate (entrate fiscali) in cui l'aumento delle imposte fungerebbe da disincentivo alle attività economiche, determinando di conseguenza minore gettito fiscale. Nella sua dimostrazione grafica l’economista americano dimostrò che lo stesso gettito fiscale può essere ricavato con due aliquote differenti: ipotesi, quindi, che renderebbe del tutto inopportuna e controproducente l’utilizzo di quella più alta.
La teoria ci induce anche a convalidare l'idea che la maggiore pressione fiscale, in definitiva, scoraggi anche l'emergere delle attività sommerse e favorisca di conseguenza l’evasione e l’indignazione di chi le tasse le deve pagare.Il Ministro deve ricordare che ad aliquota onesta corrisponde contribuente onesto e che pagare le tasse è un dovere se lo Stato in cambio fornisce servizi adeguati altrimenti si riduce ad un dovere tanto quanto lo era il servizio di leva.

AvvocatoDelDiavolo ha detto...

interessanti come sempre gli interventi di geronimo

Anonimo ha detto...

caro Avvocato,
mi levi una curiosità.
Ma lei, prima fa uso di sostanze psicotrope e poi concepisce un tale cumulo di corbellerie?
Di più alto livello è senzadubbio il notevole intervento di geronimo.
lodevole, anzichenò.
Alex