mercoledì 30 aprile 2008

Incredibile ma vero.Attore italiano (Croccolo) dice di essere stato l'amante della Monroe.Io non ci credo. Lui poteva ambire a molto di più...


Leggete l'articolo anche se è impensabile credere che il grande attore Sig. Croccolo si sia messo con un'attricetta sconosciuta come la Monroe. La Monroe è morta prima di potere dare questo scoop ai giornali americani e guadagnarci su. Ma lui l'avrebbe smentita essendo ancora in vita (lunga vita al grande, inarrivabile attore Croccolo)

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=257846&START=1&2col=
Marilyn Monroe riposa nel cimitero di Westwood Villane Memorial Park. Riposa? Si fa per dire. Da quel giorno maledetto, il 5 agosto 1962, hanno scritto, detto, insinuato molto, tanto, troppo su questa bellissima bionda colorata, fatale, sensuale, distrutta da una vita veloce e feroce, di amori e altro. Da oggi sappiamo che anche Carlo Croccolo, sì proprio lui, il doppiatore, il caratterista, il napoletano attore di film piccoli e grandi, da Totò in giù, il mancato medico, figlio di una professoressa di storia e filosofia, Carlo Croccolo, dunque, all’età di 81 anni, confessa, in un’intervista rilasciata a Tv Sorrisi e canzoni, di essere stato tra gli amanti di Marilyn, per tre mesi. Non ci possono essere smentite, nemmeno conferme, mancano i testimoni del tempo, manca soprattutto Lei, una donna sul corpo della quale gli uomini di tutto il mondo, isole comprese, hanno fantasticato, diciamo così, di giorno e di notte, prima di scatenarsi nello tsunami di basse insinuazioni. Mariti in dosi industriali, storie di sesso e di depressione, flirt presidenziali, il suicidio finale però ancora dubbio, ambiguo, l’abito di Emilio Pucci a rivestire le sue curve, ormai fredde nella bara, il fondo tinta, la parrucca bionda, il rimmel, insomma il trucco di Whitey Snyder, il suo personale visagiste, perché restasse immutata l’immagine, il fascino, anche nel loculo di Westwood Village. Poi il diluvio di fango, le voci, mille, sui suoi vizietti, le sue manie, la sua fragilità, la relazione con Joan Crawford addirittura svelata dallo psichiatra Ralph Greenson, la scoperta di un filmino pornografico che la vede protagonista attiva, venduto per un milione e mezzo di dollari dal collezionista Keya Morgan a un uomo di affari non ancora identificato, svergognata ogni giorno di più. Adesso ci pensa Carlo Croccolo, non tanto con la memoria di un amore che fu ma con i dettagli inutili, volgari, squallidi: «La conobbi per caso durante una festa a Los Angeles, attraverso Sammy Davis e l’entourage del presidente John Fitzgerald Kennedy. Io me ne stavo in disparte finché non ho visto lei. Abbiamo iniziato a parlare e poi è cominciata così come cominciano tante storie. Era stupenda anche se aveva un po’ di cellulite, quando è iniziata la nostra storia Norma (al battesimo Norma Jeane Baker in origine Mortenson) già prendeva eccitanti e beveva, il suo fisico aveva cominciato a risentirne, era appena uscita da una casa di cura e stava combattendo con una brutta depressione arrivata alla fine della storia con Yves Montand. Lui l’aveva trattata malissimo e lei aveva sofferto molto, come era accaduto anche con Arthur Miller, il suo terzo marito che era un mascalzone che la maltrattava e la picchiava. Per tutto il tempo che siamo stati insieme ho fatto di tutto per farla smettere, purtroppo non ci sono riuscito. Certo, non era facile fare il cavalier servente, nemmeno per una donna così straordinaria, ma era l’unico modo per stare insieme a Norma. Dovevi accettare tutto di lei, anche il fatto che, magari ubriaca, conosceva uno e spariva con lui per giorni. Io l’ho accettato finché, un giorno, non ce l’ho fatta più e sono fuggito».

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